Abbiamo più volte affrontato l’importanza di ampliare i nostri canali di vendita online. Molti dei miei corsisti hanno ingrandito il loro business introducendo sempre più canali di vendita e oggi gestiscono fino a tre o quattro piattaforme diverse. Se il passaggio dall’offline all’online è ormai obbligato e necessario, la scelta delle piattaforme e la loro introduzione nel business aziendale non è così scontata come appare.
Nella maggior parte delle esperienze di vendita online, iniziare con eBay si è rivelato la scelta più giusta: una piattaforma semplice, che non necessita di particolari autorizzazioni, di apertura immediata e che si è rivelata in più occasioni più “comprensiva” nei confronti dei venditori e non solo a favore degli acquirenti.
La pubblicazione delle inserzioni su eBay è tra le più semplici in assoluto e, come primo approccio alle vendite sul web, risulta la piattaforma più idonea per i neofiti. Nella maggior parte dei casi, il passaggio successivo dei venditori che hanno iniziato la loro esperienza su eBay è stata l’apertura di un account Amazon.
La situazione su Amazon è ben più complicata di eBay. Già fin dall’apertura dell’account che necessita di molti più controlli e verifiche rispetto a eBay. In alcuni casi è successo che gli account Seller non sono stati mai aperti o che l’apertura fosse stata possibile solo dopo parecchi mesi di attesa…l’inserimento di inserzioni e prodotti è decisamente più complicato rispetto a eBay. Innanzitutto bisogna verificare se il prodotto che vogliamo mettere in vendita sia già presente sulla piattaforma. Se così fosse non possiamo fare la nostra scheda prodotto ma dobbiamo necessariamente “agganciarci” a quelle esistenti. Da lì si aprirà una lotta al centesimo per accaparrarsi la “buy box” e riuscire a vendere i nostri prodotti più degli altri venditori, spesso con margini ridicoli…
Amazon ha altre mille regole stringenti per i venditori: influisce la percentuale di feedback negativi (massimo il 2,5% in 60 giorni), influisce la giacenza o la scarsità di scorte nei magazzini Amazon se decidiamo di usufruire della logistica FBA, influiscono i tempi di risposta ai messaggi degli acquirenti, le spedizioni in ritardo…e, cosa da non sottovalutare, se abbiamo prodotti solo nostri per riuscire ad emergere tra i milioni di prodotti nella stessa categoria, è necessario sponsorizzare in maniera non indifferente.
La compilazione delle inserzioni Amazon è più complicata rispetto a quella di eBay e necessita di mesi di studio per ottenere i primi risultati. Tuttavia c’è da dire che i volumi offerti da Amazon, se seguito in modo adeguato, sono estremamente soddisfacenti. Qual è il rischio? Che i flussi di cassa non siano adeguati per i neofiti, ricordiamo che Amazon trattiene una quota degli incassi e fa un pagamento ogni 15 giorni: se non si ha abbastanza cash flow, si rischia di non riuscire a mandare avanti il business, essendo sempre costretti ad aspettare i pagamenti di Amazon.
Amazon è sicuramente una buona opportunità per chi ha un marchio registrato e oggetti di propria produzione: l’esclusività, la possibilità di avere le proprie pagine prodotto senza che nessun utente possa collegarsi senza autorizzazione. Ma questo ovviamente comporta tutta altra tipologia di attività: investimenti, idee innovative e capitali per poter produrre e/o far produrre da terzi i prodotti a marchio proprio. Diciamo che non è proprio la strada ideale per chi vuole iniziare a vendere online da zero.
Sito proprietario? Quali sono le strade
Uscendo dai marketplace principali, la strada per completare il percorso delle vendite online, è sicuramente la costruzione di un proprio sito. Le strade sono due: affidarsi a un professionista che possa costruire un sito su piattaforme come Prestashop o Magento (a meno che tu non sia in grado di utilizzarli) oppure optare per il fai-da-te con Shopify. Quest’ultima piattaforma per gli e-commerce è decisamente più intuitiva e dà la possibilità a chi ha un minimo di dimistechezza con le vendite online di costruire il proprio sito. Tuttavia è ingenuo pensare che il proprio sito diventi nell’immediato un vero e proprio canale di vendita autonomo. A meno che non si è disposti ad investimenti pubblicitari importanti. Il sito è sicuramente una vetrina importante soprattutto se vendi su Amazon: ormai gli utenti sanno che moltissimi venditori oltre a mettere le loro inserzioni sui marketplace principali hanno anche il sito proprietario dove, non oberati dalle commissioni di eBay e Amazon, possono offrire prezzi più vantaggiosi.
L’investimento per l’apertura di un sito su Shopify non è esagerato: hai un canone mensile di circa 50 dollari e il tuo tempo da dedicargli. Se invece opti per una piattaforma diversa, con il coinvolgimento di professionisti e agenzie pubblicitarie, inutile dire che i costi saranno decisamente maggiori…
Shopify sicuramente potrebbe essere un buon inizio per avere il tuo canale indipendente dai marketplace, creare una clientela di ritorno e iniziare a risparmiare sulle commissioni di vendita. Mediamente le commissioni di Shopify si aggirano intorno al 3,5% (le commissioni che Shopify prende per la gestione dei pagamenti con carta di credito o quelle di Paypal), un bel risparmio rispetto al 15% e oltre di Amazon e eBay.
E tu hai già la tua strategia per le vendite online? Quali sono le piattaforme che usi? Fammelo sapere nei commenti.
Un saluto da Max!